La guerra civile in Spagna
Il 18
luglio 1936 scoppiò
in Spagna la
guerra civile che vide contrapposti le sinistre del Fronte Popolare,
che erano al potere dalle elezioni del 1936,
e laFalange,
una forza ideologicamente paragonabile al fascismo. Questa
organizzazione non sarebbe mai stata capace di mettere il potere
nelle mani del generale galiziano Francisco
Franco senza
l'aiuto della Chiesa Cattolica, della Germania nazista e dell'Italia
fascista.
Allo
scoppio delle ostilità oltre 60.000 volontari accorsero da 53
nazioni in aiuto dei repubblicani mentre Mussolini e Hitler fornirono
in via ufficiosa l'appoggio alla Falange. In questo contesto non di
rado persone provenienti dall'Italia schierate dalle due parti si
scontrarono in una vera e propria lotta fratricida. Gli italiani
accorsi a combattere per la Seconda
Repubblica Spagnola erano
fra i più numerosi, superati solo da tedeschi e francesi. Tra essi
alcuni dei nomi più noti della resistenza al fascismo, come Emilio
Lussu, Palmiro
Togliatti, Pietro
Nenni, Carlo
Rosselli e
il fratello Nello
Rosselli(assassinati
qualche tempo dopo in Francia).
Ciò
che spinse Mussolini a lanciarsi in un'impresa senza alcun reale
tornaconto fu probabilmente la possibilità di offrire agli italiani
reduci dallaconquista
dell'Etiopia un'altra
avventura bellica. Per Hitler invece la questione era legata alle
materie prime presenti in Spagna:
la Germania aveva
infatti un disperato bisogno del ferro spagnolo che nel 1937 verrà
importato per una quantità pari a 1.620.000 tonnellate. Inoltre
il Führer voleva
sondare la sua capacità bellica in una sorta di test per
le armi e gli equipaggiamenti che l'industria tedesca stava
sviluppando per la Wehrmacht. Oltre al carattere economico di questo
scontro si deve evidenziare la lotta ideologica in corso, tra fronti
popolari e fascismi, con la complicazione data dalla natura della
repubblica spagnola, di chiara ispirazione socialista. Forse proprio
per questo le democrazie liberali non difesero tenacemente (ad
esempio ricorrendo ad un blocco navale) la Spagna dall'aggressione
fascista, poiché vedevano nella nascita di uno "stato rosso"
nella penisola iberica un pericolo soprattutto per i loro interessi
in Africa e in America latina. L'attiva partecipazione dell'Unione
Sovietica alla guerra e il tentativo di egemonizzare la linea
politica delle forze di sinistra spagnole erano una prova di questo
pericolo, considerato dalle democrazie occidentali non meno grave del
sorgere di una ulteriore dittatura di stampo fascista.
Nessuno
dei due dittatori ebbe comunque il tornaconto sperato dalla vittoria
finale di Franco. Quest'ultimo infatti negherà l'appoggio all'Asse e
si dichiarerà non
belligerante nei
confronti di Franciae Gran
Bretagna allo
scoppio della seconda
guerra mondiale,
rifiutando in seguito l'accesso alle divisioni tedesche che avrebbero
dovuto assaltare Gibilterra.
Mussolini, dal canto suo, non fu mai risarcito per le ingenti perdite
di mezzi subite dall'Italia durante la guerra civile spagnola.
Reduci della Spagna sfilano dinanzi a Mussolini a via Nazionale a Roma
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